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CONSIGLI UTILI

Una vittima di violenza sperimenta una sensazione di paura e smarrimento che è, per certi versi, assimilabile al perdersi dentro un labirinto.

Entrarci, in un labirinto, è facile e veloce e tutti pensano che trovare la via d’uscita sia un gioco da ragazzi. Ma la verità è che uscire da un labirinto è maledettamente complicato, ma quando lo scopriamo è troppo tardi. Cioè, sappiamo che c’è una via d’uscita, ma facciamo fatica a trovarla. E più non la troviamo più la sensazione di paura e smarrimento aumenta, in un drammatico circolo vizioso (non a caso si è soliti descrivere la violenza come una spirale).


COME AFFRONTARE UNA SITUAZIONE DI VIOLENZA…

Donna con cappello

...SE SONO LA VITTIMA

Se pensi di essere vittima di violenza da parte del tuo ragazzo/a
digli apertamente e subito che questa situazione è per te inaccettabile. Non pensare che si tratti di un incidente di percorso, non trovare delle giustificazioni al suo comportamento, non credere di esserne responsabile o di aver causato tu questo comportamento… NULLA GIUSTIFICA LA VIOLENZA
Se vieni aggredita pensa innanzitutto alla tua sicurezza, scappa, difenditi, proteggiti.
Non lasciarti colpevolizzare ne renderti responsabile della violenza di cui sei vittima, non compatire il tuo ragazzo per questo problema. Ha bisogno di un aiuto competente e di un professionista.
Subire violenza spesso fa sperimentare vergogna e chiude in un silenzio. Parlane con un adulto, un familiare, un membro della tua famiglia di cui ti fidi.
Subire violenza dalla persona che si ama è un’esperienza dura. Sentiti fiera di te nel momento in cui decidi di uscire dalla situazione, scrivi ciò che stai vivendo, magari può aiutarti a fare chiarezza.

Il primo passo può essere vissuto come il più duro, ma delle soluzioni esistono.
Ricordati che la violenza nelle relazioni d’amore nuoce alla tua autostima e al tuo benessere e che la violenza nuoce all’ amore, l’amore non è violenza.
Anche se la relazione con il tuo ragazzo ti sembra un affare privato, una cosa tua in cui gli altri non devono intervenire, è bene parlarne. Anche se faticoso parlarne con qualcuno ti aiuterà a sentirti meno sola, a dare un nome a quanto stai vivendo ed è il primo passo per uscirne.

Come essere aiutati quando si è vittima di violenza?
Rivolgiti – ai tuoi genitori o a un membro della tua famiglia, ad un insegnante o a un adulto di cui ti fidi (psicologo della scuola, istruttore…)
Ad un amico che potrà poi parlarne con un adulto.
Rivolgersi a un Centro Antiviolenza per capire meglio cosa stai vivendo.

RICORDATI CHE DALLA VIOLENZA NON PUOI USCIRE DA SOLA E CHE LA TUA SALUTE PSICOFISICA E’ IN PERICOLO

Per chiedere aiuto CONTATTACI

Donne Darsi la mano

... SE SIETE GLI AMICI

Se una tua amica è vittima di violenza fisica devi sapere che si trova in una situazione pericolosa. Se non interrompe la relazione il pericolo continua.
Parlale in modo franco e sincero, spiegandole che amore non è violenza, non è aggressione, fisica o verbale e che nulla può giustificare un gesto violento. Se sei molto preoccupata per lei, per la situazione che sta vivendo, comunicale i tuoi sentimenti e le tue paure.
Uscire dalla violenza è un percorso che non sempre si riesce a fare da soli.
Puoi accompagnare la tua amica in un centro antiviolenza, per aiutarla a comprendere la relazione che sta vivendo.
Se invece vedi che la tua amica rifiuta qualunque proposta e qualunque dialogo, comunicale che non puoi mantenere un segreto così delicato che mette a repentaglio la sua incolumità fisica e che ne parlerai con un adulto di sua fiducia. Anche se al momento la tua amica si arrabbierà poi capirà il tuo gesto e ti ringrazierà.

Natale in famiglia

... SE SONO UN GENITORE O UNA FIGURA DI RIFERIMENTO

Quando osserviamo un comportamento violento, anche psicologicamente nei confronti dei ragazzi è necessario intervenire senza minimizzare, ma nominando i gesti e chiarendo da subito che si tratta di una forma di dominio, di possesso e non di amore. La giovane età dei ragazzi coinvolti non deve giustificare le forme di violenza.
Si tratta di esprimersi, di indignarsi sul comportamento violento, non esprimendo giudizi sulla persona. In questo modo la ragazza si sentirà meno svalutata e potrà aprirsi maggiormente.
Le domande andranno sempre poste in modo dubitativo, senza dare l’impressione alla ragazza di giudicarla e senza lasciar trasparire la delusione per il fatto che stia vivendo una relazione di maltrattamento con un ragazzo che non riesce a lasciare.
Di fronte ai silenzi è bene non insistere, ma dopo aver problematizzato la questione bisogna lasciare alla ragazza il tempo di riflettere, per poi magari riaprire il dialogo qualche giorno più tardi.
Di fronte invece alla rivelazione di un maltrattamento o di un’aggressione sessuale, tenuto conto che si tratta di un gesto di enorme fiducia da parte della ragazza, è necessario: credere a ciò che dice! Non bisogna dubitare a priori di ciò che la ragazza dice, o di come ha vissuti certi avvenimenti ma dare peso alle sue parole e trattarle in modo serio. Bisogna pertanto evitare sia reazioni eccessivamente drammatiche sia minimizzazioni che talvolta appaiono reazioni normali come tendenza a non credere all'impensabile.

In ogni caso è bene ascoltare e non procedere con un interrogatorio, non siete degli inquisitori ma è bene rimandare « io ti credo »

  • Porre dei divieti : ristabilire ciò che è lecito da ciò che non lo è permette di riordinare la realtà, spesso mistificata e alterata dall'aggressore;

  • Sostenerlo : parlare viene vissuto come pericoloso, quindi è bene riconoscere il coraggio di chi si apre;

  • Non giudicare la persona violenta, la ragazza potrebbe essere portata a difenderlo e a chiudersi ulteriormente nel silenzio : si valuta l’azione e non la persona.

  • Offrire protezione : sia direttamente, per come ci è possibile che rivolgendosi insieme a un centro specialistico, infatti non tutti si è necessariamente competenti,ed è bene che ci si rivolga insieme a chi è più esperto. La ragazza va comunque rassicurata che un aiuto esperto non significa che l’adulto che riceve la confidenza la sta abbandonando.

  • Evitare di colpevolizzare o di fare discorsi moralistici.

  • Evitare di divulgare la situazione senza l’accordo della ragazza.

Nel caso si tratti di un insegnante è sempre bene comunicare la situazione ai genitori della ragazza. Ovviamente questo non può essere fatto segretamente, ma svelando alla ragazza l’intenzione di condividere con i suoi adulti di riferimento questa problematica. Questa comunicazione può essere fatta in un secondo momento, specificando che non si intende abbandonare la ragazza ma che una situazione così delicata non può essere omessa ai genitori.

Nel caso si tratti di un genitore è bene richiedere un supporto per sé stessi. Non è infatti facile vedere il proprio figlio vivere una simile situazione, in cui non servono molto i divieti e i controlli, se non a rendere tesi i rapporti e creare nella ragazza un senso di isolamento e solitudine ulteriore. E’ necessario mantenere il dialogo aperto, ma per fare questo nel modo più sereno e proficuo possibile il sostegno di un esperto vi aiuterà a sopportare la sensazione di impotenza e a riacquistare quel senso di efficacia che permetterà di sostenere meglio vostra figlia.

Urlando

...SE SONO L'AUTORE DELLA VIOLENZA

Sei arrabbiato perché ti senti incompreso dai tuoi genitori
Sei arrabbiato perché la tua ragazza ti critica in continuazione
Sei arrabbiato perché il tuo gruppo di amici vieni preso in giro
Sei arrabbiato perché il tuo rendimento scolastico è scadente
Sei arrabbiato con te stesso perché sei troppo timido e chiuso
Sei arrabbiato perché non sei bravo in nulla

E poi:

  • mangi poco

  • soffri ogni tanto d’insonnia

  • non riesci a casa a rilassarti

  • sei sempre insoddisfatto di te stesso

  • la tua vita sessuale non va sempre bene

  • riesci a stento a frenare la tua impulsività

  • sei molto preoccupato per il tuo futuro

  • ti senti solo

Ti vorrei ricordare che sei in un momento della vita in cui assisti a continui cambiamenti nel tuo corpo, alla scoperta che i tuoi genitori sono persone che molte volte non ti capiscono e sono spesso incapaci di darti una mano a risolvere i tuoi problemi, che trovare fuori quello che non riesci a trovare dentro la tua famiglia (ascolto, certezze, affetto, ecc.) non è semplice, così come il gruppo di amici non sempre ti fa sentire protetto e ti è d’aiuto, anzi delle volte ti fa sentire estraneo e solo.
Andare alla scoperta del mondo con le tue sole forze, ti fa sentire grande ma anche fragile e vulnerabile, troppi pensieri si accavallano nella tua mente e a volte ti senti confuso, incapace, insicuro, non riesci a capire cosa vuoi o devi fare davvero.
Per non parlare dell’amore e dell’attrazione fisica, che ti lasciano senza forze e spaesato, alle prese con pressioni emotive vissute come incontenibili.
Ecco da tutto questo universo personale e sociale in caotico movimento, così diverso da quello sicuro e stabile della prima infanzia, pensi di uscirne vittorioso lanciandoti a briglia sciolta in varie direzioni, pur di non sentire la confusione, l’insicurezza, la solitudine e la sofferenza.
Non tolleri allora l’intrusione degli altri nella tua vita e nelle tue scelte, non permetti che gli altri, in particolare i tuoi genitori, possano giudicare le tue passioni, riponi nel gruppo di amici la speranza di condividere i tuoi problemi, cerchi un’anima gemella con cui fare insieme un tratto di strada e che possa sopportare i tuoi sbalzi d’umore.
Troppo spesso infatti ti lasci prendere dalla rabbia e dalla impulsività di fronte all'incomprensione dei tuoi bisogni: vorresti spaccare tutto, zittire la persona che hai davanti, far vedere che sei grande, che non hai bisogno di nessuno, che hai ragione, che sei forte…
Ma la violenza, l’aggressività, le minacce, le urla che sembrano l’unica via di uscita, di fronte ad una situazione ai tuoi occhi intollerabile, non sanano le tue ferite, anzi ti fanno rimanere spossato e più insicuro di prima.
Se ti senti così, prova a cercare un aiuto, chiama al numero 800 66 77 33

Contattaci
Donna Typing

... IN CASO DI STALKING

Se hai preso consapevolezza del problema, hai già compiuto il primo passo per risolverlo.

Informati sull'argomento e adotta dei comportamenti tesi a scoraggiare – fin dall'inizio – lo stalker.

Di fronte ad una relazione indesiderata è necessario “dire no” in modo chiaro e fermo, evitando improvvisate interpretazioni psicologiche o tentativi di comprensione che potrebbero rinforzare i comportamenti persecutori.

Sebbene possa risultare difficile gestire lo stress senza reagire, sappi che lo stalker si sente più potente se la vittima manifesta paura o reagisce con rabbia né lo dissuadono le minacce di denuncia: meglio allora dimostrare indifferenza.
Però non devi mai sottovalutare il rischio, quindi prendi le dovute precauzioni.

Cerca di essere prudente: quando esci di casa evita di seguire sempre gli stessi itinerari e di fermarti in luoghi isolati e appartati.

In caso di molestie telefoniche, tenta di ottenere una seconda linea e utilizza progressivamente solo quest’ultima. Registra le chiamate (anche quelle mute): ricorda che per far questo è necessario, al momento della telefonata, rispondere e mantenere la linea per qualche secondo (senza parlare), in modo da consentire l’attivazione del sistema di registrazione dei tabulati telefonici.

Tieni un diario – come questo – per riportare e poter ricordare gli eventi più importanti che potrebbero risultare utili in caso di denuncia.

Raccogli più dati possibili sulle molestie subite: per esempio, conserva eventuali lettere, sms o e-mail a contenuto offensivo o intimidatorio.

TIENI CON TE IL TUO CELLULARE E IN CASO DI PERICOLO CONTATTA IMMEDIATAMENTE IL 112. TI CONSIGLIAMO DI SCARICARE L'APP 112WHEREAREU E MYTUTELA UTILI SIA PER CHIEDERE AIUTO SIA PER TENERE TRACCIA DELLE MOLESTIE.

TI CONSIGLIAMO DI CONTATTARCI PER CAPIRE COME PROSEGUIRE CI SONO INFATTI MOLTI STRUMENTI A TUTELA DELLA VITTIMA DI STALKING COME L'AMMONIMENTO O LA RICHIESTA DI MISURE CAUTELARI. (TROVI APPROFONDIMENTO NELLA PAGINA IMPARA CON NOI).

Consigli: Programmi
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